Cari Lettori,
da questa settimana ci occuperemo della ritenzione urinaria.
La ritenzione urinaria è definita come l’incapacità a svuotare completamente la vescica a causa di alterazioni a carico dello sfintere uretrale o del muscolo detrusore con la conseguente formazione del cosiddetto globo vescicale per accumulo dell’urina normalmente prodotta dai reni fino a trattenere volumi di urina molto elevati (>2000ml). Si parla di ritenzione urinaria acuta quando si presenta improvvisamente ed è accompagnata da dolore e dalla incapacità di svuotare la vescica anche se piena, mentre si parla di ritenzione urinaria cronica quando il fenomeno è quasi sempre indolore in presenza di ristagno vescicale.
Cause di ritenzione urinaria
La ritenzione urinaria acuta è accompagnata da dolore
La ritenzione urinaria è una complicanza che si verifica in diverse condizioni patologiche, le quali sono comunemente classificate in:
- ostruttive
- infettive
- infiammatorie
- farmacologiche
- neurologiche
- complicanze post-operatorie
- gravidanza
- traumi
Cause ostruttive di ritenzione urinaria
Nell’uomo le cause ostruttive di ritenzione urinaria possono essere individuate nell’ipertrofia prostatica benigna, nei calcoli, nella stenosi uretrale e/o nelle neoplasie prostatiche.
Per la donna, invece, si parla di prolasso degli organi pelvici, masse pelviche, utero retroverso.
In entrambi può essere dovuta a calcoli, neoplasie della vescica, tumori gastrointestinali o retro peritoneali, stenosi uretrali.
Cause infettive/infiammatorie di ritenzione urinaria
Le cause infettive e/o infiammatorie più comuni sono le prostatiti acute infettive solitamente dovute a germi gram-, malattie infettive a trasmissione sessuale, herpes simplex, vulvovaginiti e processi infiammatori a carico dell’apparato urogenitale.
Cause farmacologiche di ritenzione urinaria
Tra i farmaci che possono causare ritenzione urinaria vi sono i farmaci anticolinergici, farmaci simpaticomimetici, oppioidi e anestetici, FANS e antidepressivi.
Il normale funzionamento della vescica dipende da una complessa interazione tra cervello, sistema nervoso autonomo e i nervi periferici che innervano la vescica e l’uretra; i meccanismi che si interpongono fra queste interazioni possono causare ritenzione urinaria e la cosiddetta “vescica neurogena”, che può essere la causa sia della ritenzione che, più frequentemente, dell’incontinenza urinaria.
Altri fattori che possono causare ritenzione urinaria
Complicanze post operatorie, gravidanza (l’utero retroverso può dare ritenzione urinaria), complicanze post-parto (può presentarsi a seguito di parto cesareo), travaglio prolungato, anestesia peridurale, traumi addominali con interessamento della vescica, ecc.
Ritenzione urinaria e catetere vescicale
Indipendentemente dalla causa sottostante, la ritenzione urinaria si verifica quando il paziente non è in grado di urinare e il ristagno vescicale supera i 400ml.
In letteratura il volume del ristagno vescicale varia da 150 a 600ml. In questo caso è opportuno il cateterismo vescicale seguito dal trattamento della causa.
Il posizionamento del catetere vescicale è indicato per:
- monitoraggio della diuresi delle 24 ore
- interventi chirurgici complessi
- interventi chirurgici urologici
- ritenzione urinaria con ristagno >1000ml
Una volta posizionato, il catetere vescicale dovrebbe essere rimosso prima possibile, perché l’incidenza di infezioni urinarie correlate al catetere è molto elevata e grava pesantemente sull’ospedalizzazione, sulla qualità della vita della persona e sui costi sanitari.
Diagnosi precoce di ritenzione urinaria
La diagnosi precoce è molto importante in quanto le complicanze associate ad interventi ritardati possono portare allo sviluppo di alterazioni delle vie urinarie fino a gravi danni renali.
In molti studi è stato evidenziato che una corretta valutazione del ristagno vescicale attraverso l’ecografia pelvica è fondamentale per determinare il volume urinario residuo e prevenire le complicanze della ritenzione urinaria nei soggetti a rischio. Se la ritenzione è < 1000ml può essere indicato il cateterismo intermittente.
Dovrebbero essere identificati precocemente i soggetti a rischio di sviluppare ritenzione urinaria per prevenire sia gli eventuali danni renali, alle vie urinarie e alla vescica che le infezioni urinarie: pazienti in età avanzata, anamnesi di patologie prostatiche, alterazioni della minzione pregresse, infezioni urinarie ricorrenti, alterazioni dello stato cognitivo, patologie neurologiche.
Inoltre bisogna sottolineare che l’eliminazione urinaria è una funzione che coinvolge la sfera più intima della persona per cui, oltre alle cause patologiche, bisogna valutare attentamente gli aspetti psicologici e comportamentali; è importante che l’infermiere garantisca il più possibile le condizioni ottimali per la persona.
Ritenzione urinaria: accertamento ed interventi infermieristici
- Accertare la quantità, la frequenza e l’aspetto delle urine
- Accertare il modello di eliminazione del soggetto, storia di precedenti problemi urinari
- Monitorare i parametri vitali e il bilancio idrico
- Verificare la presenza di edemi periferici
- Registrare gli intervalli tra le minzioni e misurare il volume urinario
- Eseguire la palpazione e la percussione della zona sovra pubica
- Chiedere al paziente se avverte dolore, senso di pienezza, difficoltà ad urinare
- Valutare attraverso l’ecografia pelvica il volume residuo di urina nella vescica ed eseguire il cateterismo (se indicato)
- rispettando la tecnica asettica
- Decomprimere la vescica moderatamente
- Controllare il peso corporeo ogni giorno
- Se possibile far urinare il paziente in posizione eretta
- Garantire il più possibile la privacy
- Effettuare manovre che possono facilitare la minzione
- Educare il paziente a riconoscere segni e sintomi di distensione della vescica e riduzione della diuresi
- Educare il paziente a riconoscere segni e sintomi di infezione del tratto urinario.